Call for papers n.17:
Vent’anni dopo. Derrida tra filosofia e psicoanalisi
L’eredità filosofica di Jacques Derrida è una sorta di vasto bacino teorico nel quale sfociano, a guisa d’affluenti che ivi mischiano le proprie acque, numerose e importanti tradizioni del pensiero ottocentesco e novecentesco quali la dialettica hegeliana, la genealogia nietzscheana, la fenomenologia husserliana, l’ermeneutica heideggeriana, lo strutturalismo francese e la ricerca psicoanalitica.
L’interesse per quest’ultima emerge abbastanza precocemente nella produzione derridiana, come mostra, per esempio, un celebre articolo intitolato Freud e la scena della scrittura (1966), nel quale si evidenzia l’importanza di quelle «forze differenziali» palesate da peculiari «effetti» grafici. L’analisi del funzionamento dell’apparato psichico, evocato dal dispositivo grafico che Freud illustra nella sua Nota sul notes magico, ripropone il celebre primato derridiano della traccia sull’oralità traendo originalissimi esiti teorici dalla prospettiva psicoanalitica. L’anno seguente, la sua fondamentale opera intitolata Della Grammatologia, approfondisce queste ricerche tracciando anche un ardito paragone tra la riflessione freudiana sulla temporalità e quella heideggeriana per definire l’inconscio psicoanalitico come una forma di «passato assoluto».
Tempo dopo, la riflessione sull’impossibilità di una costruzione stabile e conclusa del sapere lo conduce, nel volume intitolato Speculare – su “Freud” (1980), a ripensare nuovamente la teoria psicoanalitica attraverso una logica della ripetizione elaborata a partire dalle nozioni di fort/da, traccia e scrittura. Nell’ambito delle ricerche che Derrida sviluppa sul pensiero freudiano dobbiamo inoltre menzionare anche il volume Résistances de la psychanalyse (1996) nel quale si avvale del genitivo soggettivo e oggettivo, proposto dal titolo francese, per esaminare una duplice questione costituita dalla resistenza alla psicoanalisi e dalla resistenza della psicoanalisi e per trarre importanti considerazioni sull’avvenire stesso della teoria freudiana.
Non bisogna nemmeno dimenticare che questo tipo di ricerche sono fortemente influenzate anche dal confronto con autori coevi del calibro di Michel Foucault, Nicolas Abraham, Maria Torok e, soprattutto, di Jacques Lacan. Il fattore della verità (1975) costituisce un brillante esempio di applicazione della sua pratica decostruttiva alla versione lacaniana della psicoanalisi e, in particolare, a Il seminario su La lettera rubata. Derrida, in questo libro, contesta vivacemente la pretesa lacaniana di risolvere psicoanaliticamente la struttura del testo di Edgar Allan Poe in quanto viziata da un pregiudizio logocentrico. Successivamente, placate le infiammate polemiche e le contingenti animosità che lo avevano opposto allo psicoanalista francese, Derrida ripropone altre considerazioni sul tema, in Per l’amore di Lacan (1991), volte a mostrare la natura generativa dell’aporia per mezzo di tre figure retoriche ed argomentative costituite dal chiasmo, dal futuro anteriore del ritardo e dall’invaginazione chiasmatica dei bordi.
Riteniamo che il nostro elenco, seppur sommario e rapsodico, sia già sufficiente a mostrare l’importanza della psicoanalisi per la genesi e l’evoluzione del pensiero di Derrida che, nel ventennale della sua morte, proponiamo come tema di riflessione per la parte monografica del diciassettesimo numero de L’inconscio. La nostra rivista intende, in questo modo, non solo ricordare la figura di un grande studioso ma anche provare a valutarne l’attualità alla luce degli sviluppi che la filosofia della psicoanalisi ha conosciuto negli ultimi due decenni.
Ricordiamo, inoltre, che ogni numero della rivista riserva una sezione alla discussione di argomenti vari, inerenti l’inconscio e i temi a esso collegati, con particolare riguardo a questioni e problemi affrontati nei precedenti numeri, e un’altra sezione alle note critiche di volumi sull’argomento.
L’inconscio. Rivista Italiana di Filosofia e Psicoanalisi è una pubblicazione online con revisione a doppio cieco. L’inconscio pubblica articoli in italiano, inglese, francese, portoghese, tedesco e spagnolo. Ogni numero si divide in quattro parti: un’intervista a uno studioso di chiara fama, una sezione monografica, una di varia dedicata alla discussione generale e un’appendice di note critiche.
L’inconscio ha pubblicato, tra gli altri, contributi di Lucilla Albano, Sergio Benvenuto, Fabio Ciaramelli, Francesco Conrotto, Ida Dominijanni, Nadia Fusini, Carlo Ginzburg, Romano Luperini, Pietro Montani, Bruno Moroncini, Francesco Napolitano, Felice Papparo, Jacques Rancière, Élisabeth Roudinesco, Pierangelo Sequeri, Yannis Stavrakakis, Francesco Saverio Trincia.
Gli studiosi interessati possono inviare il loro contributo all’indirizzo mail inconscio.rivista@gmail.com, insieme a un abstract in inglese (massimo 600 caratteri, spazi inclusi), a cinque parole chiave in inglese e a una breve nota biobibliografica (massimo 400 caratteri).
La lunghezza massima dei contributi è fissata per le tre sezioni della rivista come segue:
– monografica: massimo 40000 caratteri, spazi inclusi;
– varia: massimo 20000 caratteri, spazi inclusi;
– note critiche: massimo 10000 caratteri, spazi inclusi.
Tutti i contributi proposti alla rivista devono essere inediti; qualora accettati per la pubblicazione, non possono essere riprodotti altrove senza previo consenso da parte della redazione. Tutti le proposte sono sottoposte a double blind peer review, il cui risultato sarà comunicato agli autori dalla redazione via mail. Gli articoli non conformi alle norme redazionali e non redatti secondo il modello della rivista non saranno considerati per la pubblicazione.
Le norme redazionali e il modello di redazione del testo sono entrambi reperibili e disponibili per il download sulle pagine:
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https://wwwunical.academia.edu/LinconscioRivistaItalianadiFilosofiaePsicoanalisi (sezione “Drafts”).
La scadenza per la proposta dei contributi è fissata al 15 giugno 2024.